giovedì 22 ottobre 2009

La formazione dello Stato moderno in Spagna (Maravall)

"In nessun posto ci fu uno Stato moderno puro; ma in Spagna, Francia e Inghilterra la forma politica adottata dalla monarchia aveva caratteristiche in comune con quelle dell'arte, della filosofia, della scienza e dell'economia della nuova era che noi chiamiamo moderna." (p. 72) Certo, la tradizione fa ancora sentire il suo peso. Tuttavia: "Allora iniziarono a scomparire dal mondo delle relazioni internazionali o inter-statuali (di cui si può parlare per la prima volta in questo periodo) quegli elementi che discendevano dall'ideologia feudale, gli unici fattori tenuti in considerazione furono quelli con cui, come con elementi di un problema, si poteva giocare per ottenere, razionalmente, il risultato desiderato ... D'allora in poi i diritti signorili feudali non furono più presi in considerazione. Si fecero invece tentativi di costruire, su una nuova base territoriale adatta, centri di potere solidi, duraturi e tecnicamente perfetti con cui i governanti avrebbero fatto i loro calcoli, un po' come un matematico fa i suoi calcoli, date certe grandezze" (p. 74).
Le "fazioni pluraliste" (p. 78) - come le Cortes - fecero certo resistenza. Ma non poterono impedire, già intorno alla metà del XV sec. che i sovrani legiferassero "solo in virtù del loro potere assoluto" (p. 80). Attenzione: non vuol dire che il potere monarchico fosse illimitato (p. 81). Ma le leggi fondamentali che il principe non può toccare sono così elevate che nessuno le ha mai messe per iscritto, formalizzando l'obbligo del sovrano di attenervisi (p. 82). Si può citare come fonte il testamento di Isabella la Cattolica, che pone come limiti l'inalienabilità del regno e l'abbattimento delle prerogative regie; il testamento, però, non cita un altro limite ben visibile ai contemporanei: "l'approvazione popolare per l'imposizione delle tasse" (p. 82).
  Il potere regio assoluto diventa fattore indiscutibile di razionalizzazione: nel modo di condurre il governo "c'è un approccio nuovo, positivo, tecnico e pragmatico che deve trovare giustificazione nei risultati raggiunti." (p. 83). E’ nella "istituzione di un sistema formale di leggi" (p. 85) il più evidente sintomo di razionalizzazione: la prima raccolta delle Ordenanzas reales de Castilla è del 1484.

  Fondamentale fu poi l'apporto della burocrazia, che nelle monarchie occidentali si sentirono pars rei publicae e svilupparono un forte senso di appartenenza (p. 87).

Si può anche fare l'esempio dell'esercito: "Anche qui le caratteristiche peculiari sono la razionalizzazione, l'organizzazione e la tecnicizzazione, con in più l'uso delle formazioni di massa delle truppe, fatto che diede ancora maggiore importanza alla fanteria.

José Antonio Maravall, Le origini dello Stato moderno, in Lo Stato moderno, I: Dal medioevo all'età moderna, a cura di E. Rotelli e P. Schiera, Bologna, Il Mulino, 1971, pp. 69-90.

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