martedì 13 ottobre 2009

Nascita e prime forme della repubblica romana

Alla fine del VI sec. a. C. in diverse città del Lazio, dell’Etruria, dell’Umbria, ai re si sostituiscono magistrati eletti ed in carica temporaneamente. Secondo la tradizione, a Roma si nominano consoli dal 509 a. C. Le fonti parlano anche di un praetor maximus come sommo magistrato. Potrebbe trattarsi di qualcosa di analogo al dictator (carica del resto attestata già nel 501 a. C.).
Nei primi decenni dell’età repubblicana emerge un nuovo soggetto sociale e politico, la plebs. Al suo interno vi erano anche famiglie in grado di sostenere un’attività politica al pari del patriziato. Di sicuro i plebei già partecipavano ai comizi centuriati e costituivano la massa oplitica dell’esercito. Dopo la secessione del 494 a. C. sul Monte Sacro, fu varata una riforma: la plebs ebbe suoi propri magistrati (tribuni della plebe ed edili plebei), proprie assemblee (concili plebei), che avrebbero preso iniziative legislative (plebisciti).
I tribuni della plebe non avevano imperium. Non erano dunque magistrati. Avevano però diritto di veto su ogni atto degli altri magistrati (intercessio) e potere di arrestare e far giudicare dalla plebe qualunque cittadino (coercitio). I loro compiti di auxilium plebis però erano limitati all’interno del pomerio.
Gli edili plebei amministravano il tesoro della plebe, provvedevano al culto, ma avevano anche funzioni amministrative di controllo di mercati e fiere e di custodia degli archivi dei plebisciti.
I concilia plebis eleggevano i tribuni e gli edili della plebe e votavano deliberati che vincolavano i soli membri della plebs.
Nel 450 a. C. la plebe ottenne che un collegio (i Decemviri) eletti dai comizi centuriati assumesse poteri consolari e redigesse un codice di legge. Furono così redatte le XII Tavole.
L’integrazione della plebs si concluse nel IV sec. a. C., quando i plebei furono ammessi alle magistrature e ai sacerdozi. Si formò una nobiltà mista nella quale erano presenti lignaggi plebei.
Furono approvate nel 367 a. C. le Leggi Licinie Sestie. Uno dei consoli poteva essere plebeo (solo nel 172 a. C. si ebbe la prima coppia di consoli plebei). Contemporaneamente furono istituite la pretura urbana (magistratura giuiziaria suprema) e l’edilità curula (corrispettivo patrizio dell’edilità plebea). La carica di dictator fu accessibile ai plebei dal 356 a. C. Inoltre, nel 287 a. C. le norme per la plebe (plebisciti) furono rese obbligatorie per tutto il popolo romano. Mutò altresì la composizione del Senato. I plebei che avevano avuto magistrature, infatti, al termine della loro carica iniziarono ad entrare fra i patres.
All’inizio del III secolo a. C. era dunque terminata l’evoluzione che aveva portato a un bilanciamento di poteri tra consolato, Senato e assemblee popolari.

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