giovedì 8 ottobre 2009

Le istituzioni ateniesi. La riforma di Solone (638-558 a. C.)

1 commento:

Arianna ha detto...

La consuetudine ateniese voleva che ogni anno si celebrassero pubblicamente le esequie dei caduti per la patria. Ad assolvere questo compito fu chiamato nel 431 a. C. Pericle. Nel riferire il suo discorso, Tucidide scrive alcune delle più celebri pagine di prosa greca, servite nei secoli a definire l'essenza di Atene al culmine del suo splendore. Il discorso offre ovviamente un quadro molto idealizzato, che dipende anche dal suo carattere propagandistico e celebrativo; l'intento dell'epitafio è evidentemente quello di offrire un'indiretta giustificazione all'imperialismo ateniese. Nonostante ciò, la cosapevolezza che siano parole pronunciate quattrocento anni prima di Cristo, mi emoziona.

Ho provato a pubblicarlo per intero ma non mi accetta l'eccessivo numero di caratteri, citerò solo un passo, a mio avviso molto attuale, e di seguito il link dove poterlo leggere per intero se qualcuno fosse interessato a farlo.


"Abbiamo un sistema che non copia le leggi degli altri, e più che imitare gli altri, noi siamo da modelli per qualcuno. Quanto al nome, si chiama democrazia perché coinvolge nell’amministrazione non pochi ma la maggioranza: nelle controversie private, tutti hanno gli stessi diritti davanti alla legge; quanto alla considerazione di cui si gode, ciascuno è preferito per le cariche pubbliche a seconda del campo nel quale si distingue, e non per la classe da cui proviene più che per il merito; d'altra parte, quanto alla povertà, se uno è in grado di far del bene alla città, non è impedito dall'oscurità della sua posizione sociale. Mentre ci regoliamo nei nostri rapporti privati senza offendere, nella vita pubblica non ci comportiamo in modo illegale, soprattutto a causa del rispetto, perchè diamo ascolto a coloro che di volta in volta sono in carica e alle leggi, specialmente quelle che sono stabilite per aiutare le vittime di ingiustizia e quelle che, senza essere scritte, portano a chi le viola una vergogna comunemente riconosciuta."

Il discorso di Pericle (II, 37)

http://www.labottegadellelefante.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1515&Itemid=37

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